50 anni di Tornado: storia e operazioni 

Il 14 agosto del 1974, presso l’aeroporto di Manching, Germania, aveva luogo il primo decollo del prototipo del velivolo Tornado.  Il primo volo di un progetto ambizioso, che per la prima volta vedeva coinvolte nella realizzazione di un velivolo caccia di nuova generazione tre Nazioni europee: Italia, Regno Unito e Germania. 

Il progetto prese il nome di “PA-200 Tornado Multi-Role Combat Aircraft (MRCA)” e prevedeva per l‘Aeronautica Militare, per la Royal Air Force (RAF), la Luftwaffe e la Marineflieger un totale di 644 velivoli in versione IDS (Interdictor-Strike) e, successivamente, di ulteriori 165 esemplari in configurazione ADV (Air Defence Variant).

Una collaborazione che pose le basi per lo sviluppo dell’industria aeronautica europea. Competenze, professionalità, esperienze a confronto per lo sviluppo di sofisticate capacità che diedero una spinta per compiere un salto tecnologico in avanti. 

I collaudi in volo iniziarono nell’agosto 1974, ed è il 14 agosto 2024 che cade il cinquantenario da quel fatidico primo volo, che rappresenta il simbolo del successo dal programma che ha dato slancio all’industria aerospaziale europea validando un nuovo modo di collaborare per poter essere competitivi a livello globale. 


Le Versioni del Tornado

Le macchine in dotazione all’Aeronautica Militare e alla Luftwaffe hanno mantenuto una certa comunanza nelle configurazioni, la RAF (Royal Air Force) invece ha seguito una strada diversa con le versioni Gr.Mk.I e GR.4
Le principali versioni del Tornado sono state tre:

IDS: cacciabombardiere, principale versione prodotta, destinata all’interdizione e all’attacco al suolo (InterDictor/Strike).

ADV: caccia intercettore, versione appositamente sviluppata dalla Gran Bretagna per la difesa aerea (Air Defence Variant), 24 unità vennero acquisite in leasing (oggi concluso) dall’AM

ECR: versione per la guerra elettronica e la ricognizione (Electronic Combat/Reconnaissance), in dotazione all’AMI (16 esemplari riconvertiti da altrettanti IDS) e alla Luftwaffe


Il “Tornado” si dimostrò fin da subito un ottimo velivolo da interdizione in grado di operare ad alta velocità ed a bassissima quota in ogni condizione, “ognitempo”, grazie alla capacità del RADAR “Terrain Following”, asservito all’autopilota, di consentire anche in condizioni meteorologiche proibitive di consentire il volo a bassissima quota seguendo l’orografia del terreno eludendo le difese antiaeree nemiche, contando un’avionica di bordo e sensori allo stato dell’arte.

Per l’Italia, il primo esemplare assegnato a un Reparto operativo dell’Aeronautica Militare fu il M.M.7006 (6-01), consegnato al 154° Gruppo del 6° Stormo il 27 agosto 1982.

Negli anni successivi il Tornado equipaggiò il 155°, il 156° e il 102° Gruppo, conseguendo piena operatività e garantendo per ‘Aeronautica Militare il massimo livello di prontezza per poter affrontare i possibili scenari operativi emergenti. 

Il battesimo del fuoco per i Tornado italiani avvenne a partire dal 14 settembre del 1990, quando 8 velivoli partirono alla volta degli Emirati Arabi Uniti per l’operazione “Locusta”, prima operazione in contesti di guerra per l’Italia e per l’Aeronautica Militare dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il velivolo Tornado, dunque per Italia è stato il primo assetto dal dopoguerra ad essere impiegato in scenari bellici. 

L’unicità del Tornado è la connotazione prettamente operativa che ha caratterizzato da sempre la sua esistenza. Connotazione operativa che continua ad essere espressa ai massimi livelli anche dopo 50 anni dal primo volo e dopo ben oltre i 40 anni di operazioni reali.

Infatti, tenuto costantemente aggiornato negli anni nella sua avionica e per quanto concerne il payload, ovvero il “carico pagante”, costituito da apparati, piattaforme, sensori, designatori ed armamento impiegabile dal velivolo, è tuttora un velivolo della Forza Armata in grado di esprimere peculiari capacità, alcune delle quali ancora rare ed invidiate nel panorama mondiale. 

In particolare, la capacità Suppression of Enemy Air Defense (SEAD) e quella di attacco strategico con il missile cruise a lungo raggio Storm Shadow, di difesa aerea della versione ADV. A queste si aggiungono le caratteristiche date da sensori ed armamenti di precisione che progressivamente, dagli anni novanta, sono stati integrati sul velivolo, primo fra tutti i velivoli in dotazione all’A.M., come ad esempio: il pod da designazione LASER Convertible LASER Designation Pod (CLDP, successivamente Litening), il pod da ricognizione tattica Reccelite, la sensoristica Emitter Locator System (ELS), nonché i più moderni armamenti da lancio e caduta (Paveway III, Small Diameter Bomb – SDB, Joint Direct Attack Ammunitions – JDAM, Lizard). 

La ricca dotazione di payload, unita ad un’avionica tenuta costantemente al passo con l’evoluzione della tecnologia aerospaziale, rendono il Tornado un velivolo ancora pienamente operativo e determinante per l’espressione delle capacità di contraviazione ed interdizione aerea, supporto alle Forze di Terra e ricognizione dell’Aeronautica Militare, con altissimo potenziale di concorso interministeriale ed interagenzia. 

Il costante adeguamento tecnologico, in particolare gli sviluppi a cavallo del XX° e del XXI° secolo, ha permesso a questo velivolo di giocare sempre un ruolo da protagonista in prima linea nonostante durante il ciclo di vita operativa si fossero compiuti ben due salti di generazione tecnologica, dalla III alla V.

Dopo la Guerra del Golfo, il Tornado è stato sempre schierato per primo nei principali scenari di crisi internazionale (Balcani, Bosnia e Kosovo, Afghanistan, Libia ed in Iraq, nell’ambito della coalizione per la lotta contro il DAESH per ben tre mandati nel 2014, 2020 e dal 2023 fino ai nostri giorni). È dunque correntemente schierato in Kuwait per operare nei cieli dell’Iraq nell’ambito dell’Operazione di stabilizzazione “Inherent Resolve”. 

Nel corso di oltre 40 anni di vita operativa ha saputo conseguire tutti gli obiettivi assegnati in un ampio ambito multiruolo: dall’interdizione alla ricognizione passando per la soppressione delle difese aeree avversarie e la sorveglianza elettronica, fino agli interventi in occasione di calamità naturali ed operazioni di contrasto alla criminalità. 


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Le missioni svolte sono state spesso associate ad un impiego a difesa e sostegno delle Forze di terra, quale abilitante irrinunciabile, e per compiti di concorso a favore di Forze dell’Ordine, la Protezione Civile e del Ministero dell’ambiente, a riprova della sua estrema versatilità.

Queste caratteristiche hanno consentito di maturare esperienze, conoscenze e concetti che hanno sostenuto lo sviluppo dell’Aeronautica Militare moderna, di oggi e di domani, che esprime una leadership a livello europeo e globale. Ciò, dunque, anche grazie alla leva tecnologica resa dal Tornado che ha consentito alle ultime generazioni di equipaggi (piloti e navigatori) di “crescere” da protagonisti nei principali scenari di crisi moderni, sempre più densi, dinamici e complessi.

L’evento a Ghedi – Tornado 50

Il 25 settembre, presso l’Aerobase dell’Aeronautica Militare di Ghedi, sede del 6° Stormo, si sono celebrati i 50 anni dal primo volo del Tornado, del prototipo MRCA (Multi Role Combat Aircraft) denominato P-01.

L’evento, aperto al pubblico accreditato e agli appassionati e fotografi, è stata l’occasione per presentare ufficialmente un velivolo Tornado “Special Color” realizzato, per raccontare attraverso una livrea dedicata, un viaggio ideale nella storia operativa compiuta dal Tornado durante il suo impiego cinquantennale, le operazioni che lo hanno visto protagonista e le diverse fasi di evoluzione capacitiva impiegate nei diversi contesti operativi d’impiego, rappresentati dalle varie livree che hanno caratterizzato il velivolo nella sua vita operativa. 

Il pubblico ha potuto ammirare il velivolo sia a terra che in volo. La mattinata è stata inoltre caratterizzata da una cerimonia militare presieduta dal Comandante del 6° Stormo, Colonnello Luca Giuseppe Vitaliti.
Al termine della giornata il pubblico intervenuto ha potuto assistere ad una conferenza che ha ripercorso nel dettaglio la nascita del progetto Tornado ed il suo impiego operativo nel corso degli ultimi 50 anni. 

Il Comandante Vitaliti, relatore ufficiale, ha sottolineato l’importanza di questo velivolo nella storia dell’aviazione: primo caccia italiano impiegato in operazioni reali, fondamento di esperienze, conoscenze e concetti che hanno sostenuto lo sviluppo dell’Aeronautica Militare moderna, di oggi e di domani; 100+1 anni di vita dell’Aeronautica Militare, di cui 50 accompagnati dal Tornado.

Articolo sulla base del comunicato stampa rilasciato dal 6° Stormo di Ghedi
Foto Aeronautica Militare, Francesco Cavallin e Luca Ocretti

Author: Luca Ocretti

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