Dopo un volo a Bolzano con un AB-205MEP del 4° Reggimento AVES “Altair” (l’articolo completo sarà a breve disponibile qui su AvioHub), non potevo trattenere l’emozione e la felicità di aver volato con questo elicottero che ha segnato la storia e che ormai si avvia verso la dismissione in vista dei più moderni UH-169.
Sarà la differenza d’età (io sono nato nel 2001, mentre la prima versione dell’UH-1 volò per la prima volta nel 1956), sarà il fatto che ha accompagnato la mia passione per il volo dai tempi delle scuole superiori, vedendo (e sentendo) quelli del vicino 5° “Rigel” sopra Udine, sarà per il fascino che ha come protagonista della storia elicotteristica mondiale…lo Huey mi ha sempre appassionato.
Ero già stato a bordo del “205” per un breve volo nel 2022, in occasione dell’Esercitazione “Vertigo” delle Truppe Alpine, ma stavolta lo Huey è stato il vero protagonista, in un volo che lo ha visto nel suo ambiente naturale, le Dolomiti innevate tra Asiago e Bolzano.
Dite ad un bambino di disegnare un elicottero e molto probabilmente quello che uscirà dalla sua matita sarà simile ad un AB-205.
Non un elicottero, ma l’Elicottero, diventato con la sua semplicità nell’immaginario collettivo lo stereotipo di elicottero militare.
L’occasione di tornare a bordo del leggendario Huey, terminato l’iter autorizzativo, arriva a inizio dicembre, per la realizzazione di un reportage sul 4° Reggimento Altair dell’Aviazione dell’Esercito, da sempre reggimento “di montagna” e riferimento Nazionale per quanto riguarda il volo in quota, in missioni che richiedono competenze e capacità particolari e caratterizzate spesso da condizioni meteo variabili e marginali.
In questa missione andremo ad Asiago, per un’attività che vedrà impegnati gli assetti del 4° “Altair” (nello specifico del 54° Gruppo Squadroni “Cefeo”) con i tecnici del CNSAS.
Una collaborazione che avviene da anni con l’obbiettivo comune di salvare vite, unendo le specializzazioni dei tecnici del soccorso alpino con l’esperienza di volo in montagna dei piloti dell’Altair, unitamente alle caratteristiche dell’AB-205.
Caratteristiche che sono state le basi di sviluppo degli elicotteri di oggi, perché alla fine il 205 è un po’ il vecchio nonno che le ha viste tutte e nel mondo moderno continua a dire la sua.
Il vecchio nonno che sa fare un po’ tutto, senza lamentarsi.
Che non ha interesse nell’imparare ad usare Whatsapp, a sfruttare Maps anche per pochi km di strada o ad avere il mantenimento di corsia, la frenata d’emergenza, i sensori di parcheggio e il cruise control adattivo sulla sua Panda.
Un tempo si diceva che quello che non c’è non può rompersi… e anche per questo il 205 ha dimostrato negli anni di essere un vero padre di famiglia.
Poca tecnologia, pochi fronzoli, sistemi semplici e funzionali, che fanno il loro dovere in tutte le condizioni.
Potremmo parlare degli elicotteri utilizzati in Vietnam (si stima oltre 7000 Bell UH-1 con i compiti più disparati, dal supporto aereo al trasporto di squadre di fanteria, oltre al MEDEVAC), delle missioni all’estero dell’Esercito Italiano dal Kosovo all’Afghanistan, delle evacuazioni sanitarie in condizioni proibitive e degli elicotteri rientrati alla base, completando la missione e salvando le vite a bordo.
Tanti sarebbero gli episodi da raccontare dove, forse, “se non fosse stato un 205…”
Proprio di questo si finisce immancabilmente a parlare quando un pilota dell’Esercito, passato per lo Huey, racconta della sua storia.
Si parla della sua affidabilità e del rapporto uomo-macchina, non gestito da sofisticati computer, ma dalla cara e vecchia meccanica.
Complessi sistemi elettronici? Non pervenuti
Avanzati sistemi di navigazione? Non pervenuti
Sedili? In tela color verde oliva con tubi di metallo a dare la forma, con tantissime configurazioni per ogni esigenza.
Insonorizzazione? Cosa? Non ho sentito bene…
Ma sia chiaro, lo huey ha anche dei difetti!
Scherzi a parte, l’AB-205 è bello per questo, qui vige la filosofia di “quello che non c’è non si rompe” e l’essenzialità dei componenti, della struttura e dei comandi ha garantito e continua a garantire la sicurezza che deve contraddistinguere un elicottero di questo tipo.
E volarci è sempre un’emozione.
In 70 anni di storia lo Huey ha visto giungla, deserti, mare aperto, alte montagne e numerosi sono stati negli anni gli aggiornamenti e le varianti…
…ma lo Huey resta sempre lo Huey
Articolo pubblicato su VFR Aviation di Gennaio ’24 – si ringrazia l’ufficio Stampa dell’Aviazione dell’Esercito e tutto il personale coinvolto per la disponibilità.
Reportage completo sul 4° Reggimento Altair a breve disponibile online su questo sito
Luca Ocretti
Bellissimo articolo! Complimenti 👍🚁👨✈️