
Dalla Marina Militare alla National Test Pilot School, arrivando a diventare Test Pilot per Joby Aviation, volando sugli eVTOL, i mezzi di trasporto elettrici del futuro.
Non è la prima volta che su AvioHub parliamo di Test Pilot e intervistiamo piloti collaudatori. I lettori sicuramente ricorderanno le interessanti interviste a “Jack” Iannelli – collaudatore M-345 in Leonardo – e a Fabio Consoli, tra i primi collaudatori del prototipo dell’Eurofighter e con esperienza di volo su un’impressionante lista di aerei (per intenderci, dal B-52 al Phantom, dall’F-104 al Caproni Ca-3).
Questa volta abbiamo avuto l’opportunità di parlare di volo con Andrea “Pingi” Pingitore, attualmente test pilot per l’Advanced Air Mobility e i velivoli eVTOL all’azienda “Joby”.
Andrea, grazie mille per averci dato l’opportunità di parlare ai nostri lettori di qualcosa di nuovo, almeno per AvioHub. Ma prima di parlare di volo elettrico ed eVTOL, puoi raccontarci brevemente il tuo percorso dagli inizi, dalla Marina Militare?
Grazie ad AvioHub per l’opportunità. Ho iniziato la mia carriera nella Marina Militare Italiana, frequentando l’Accademia Navale di Livorno dal 1997 al 2002, e poi ho frequentato le scuole di volo negli Stati Uniti con la U.S. Navy a Pensacola (Florida) e Corpus Christi (Texas). Ho ottenuto il brevetto di pilota militare di aeroplano multimotore, volando sul T-34C e sul T-44A, e il brevetto di pilota militare di elicottero, volando sul TH-57A/C.
Al mio ritorno in Italia, sono stato assegnato al Reparto Eliassalto a Grottaglie (TA), volando sul SH-3D “Seaking”. In quel periodo, sono stato coinvolto in molteplici missioni e operazioni speciali, con due missioni in Afghanistan (Kabul ed Herat) e Libano, e due operazioni di soccorso e calamità naturali ad Haiti e L’Aquila, dopo i terremoti che hanno colpito quelle regioni.



Dopo i periodi di Comando su una nave Cacciamine e come Aiutante di Bandiera presso il Comando delle Forze Aeree della Marina, sono stato selezionato per frequentare il corso di Pilota Collaudatore e Sperimentatore (Test Pilot) presso la U.S. Naval Test Pilot School a Patuxent River (Maryland).
Al termine di questo corso, sono stato assegnato al Centro Sperimentale Aeromarittimo (CSA) di Sarzana (SP), dove ho lavorato per quattro anni, e negli ultimi due sono stato il Comandante del Centro. Al CSA mi sono occupato principalmente di test di Dynamic Interface, un’attività di test molto particolare per valutare l’interoperabilità tra velivolo e la nave, ma sono stato anche coinvolto in molteplici test di sensori, sistemi avionici e sistemi d’arma.
Il mio ultimo incarico in Marina è stato a bordo del Caccia torpediniere “Caio Duilio” come Comandante in Seconda e Responsabile del Servizio di Potezione e Prevenzione.
Ho totalizzato più di 3.000 ore di volo su 60 velivoli diversi e ho effettuato 450 appontaggi su più navi, di giorno e di notte, anche con l’uso di visori notturni NVG.
Dopo l’impegno presso il Centro Sperimentale Aeromarittimo (CSA), di cui sei diventato Comandante nel 2018, cosa ti ha spinto a volare per la National Test Pilot School (NTPS)?
Volevo continuare a volare come Test Pilot e c’era questa opportunità alla National Test Pilot School (NTPS) a Mojave di lavorare come istruttore pilota sperimentatore. Alla NTPS ho lavorato per quattro anni come Safety Manager, Capo Istruttore Elicotteri e infine Capo Istruttore Test Pilot.
Fare da mentore ai futuri piloti e ingegneri sperimentatori, e insegnare loro le tecniche di sperimentazione e la teoria alla base delle prestazioni, delle qualità di volo, e dei test dei sistemi avionici è stata un’esperienza estremamente gratificante e unica.
Appena ci siamo confrontati sulla possibilità di parlare della tua carriera, mi hai detto che a giro di poco avresti iniziato a volare elettrico, lavorando nel Flight Test nella Advanced Air Mobility per Joby Aviation, un’azienda americana che ha deciso di concentrarsi sull’elettrico e sui voli del futuro.
Un nuovo approccio, a volte soggetto a scetticismo, ma interessante e pionieristico. Puoi raccontarci brevemente le caratteristiche del velivolo di Joby e la visione dell’azienda?
Vogliamo tutti trascorrere meno tempo in viaggio e più tempo vivendo. Presso Joby Aviation, stiamo rendendo possibile tutto questo con un velivolo elettrico pionieristico. È un modo più veloce, pulito e intelligente per accompagnare le persone nella loro vita.
In particolare, il velivolo di Joby è alimentato da sei motori elettrici con propulsori a inclinazione variabile. Puo’ decollare e atterrare verticalmente, ma aumentando la velocità vola come un aereo tradizionale, il che gli conferisce la flessibilità per servire quasi ogni comunità e l’efficienza per sfruttare al meglio la tecnologia odierna delle batterie.
Volare sul velivolo di Joby potrebbe sembrare più come salire su un SUV che salire su un aereo.
Di quali prestazioni e payload parliamo? E per quali utilizzi?
Il velivolo di Joby è in grado di trasportare quattro passeggeri con i loro bagagli, oltre al pilota.
Puntiamo a un’autonomia massima di 100 miglia con una singola carica della batteria e a velocità massime di 200 miglia orarie, o circa 170 nodi. Le prestazioni del velivolo sono perfettamente adatte a viaggi rapidi dentro e intorno alle grandi città, o da una posizione centrale a destinazioni periferiche, offrendo voli diretti che possono essere fino a 10 volte più veloci delle opzioni via terra.
Per fare un esempio, saremo in grado di andare da Manhattan all’aeroporto JFK di New York in sei minuti, mentre normalmente ci vorrebbe più di un’ora in macchina. Oppure pensiamo a Roma. Il Global Traffic Scorecard del 2024 ha mostrato che Roma ha avuto una media di 71 ore di ritardi nel traffico per veicolo, e sono quasi 3 giorni all’anno trascorsi in macchina a causa della congestione del traffico. Questo tempo aggiuntivo in macchina avrebbe potuto essere sicuramente impiegato in modo migliore, lavorando o semplicemente stando a casa con la propria famiglia.
Dettaglio del velivolo Joby e dei motori elettrici a inclinazione variabile- Foto Credits Joby Aviation
Se ne parla spesso, ma non è chiaro a che punto sia il processo di certificazione di questi velivoli elettrici. A tuo parere, quanto tempo ci vorrà prima di poter vedere questi velivoli nelle grandi città e perché no, anche in Italia?
In questo momento Joby è nella fase finale del processo di certificazione. Abbiamo in programma di avere a bordo piloti FAA per condurre test di volo entro i prossimi dodici mesi. Una volta che il velivolo sarà certificato, potremo iniziare le operazioni commerciali negli Stati Uniti e poi in altri Paesi con l’approvazione delle rispettive agenzie di certificazione.
Una domanda sugli eVTOL è relativa alla stabilità e alla possibilità di gestire una condizione di emergenza in caso di guasto del motore. Come viene gestita questa condizione dal velivolo?
I Flight Control Computers del velivolo di Joby possono identificare immediatamente un guasto di un motore elettrico, riducendo il passo delle pale del motore interessato per ridurre la resistenza all’aria, mentre allo stesso tempo portano al minimo il motore opposto per mantenere la stabilità e il controllo necessari. Il velivolo può quindi volare e atterrare in sicurezza con solo quattro dei sei motori in funzione.
Dal punto di vista del pilotaggio, come si pilota un eVTOL?
In tutto il mondo si possono trovare diversi velivoli eVTOL con design diversi e configurazioni dei comandi di volo multipli. Il nostro velivolo è fly-by-wire, utilizzando l’approccio Unified Flight Controls impiegato dal VAAC Harrier e dal F-35, con un inceptor destro per controllare quota, imbardata e rollio o traslazione laterale, e un inceptor sinistro per controllare la velocità.
La logica delle leggi di controllo del volo cambia se si e’ in regime Thrust-borne, Semi-Thrust-borne o Wing-borne.
Con oltre 3.000 ore di volo su 60 diversi aerei ed elicotteri, qual è il velivolo che ti è rimasto nel cuore, sia per la sua storia che per le sue caratteristiche di volo?
Ci sono molti velivoli che non dimenticherò. Il T-34C è stato il primo aereo che ho pilotato e il primo su cui ho volato “solo”. Ma il mio primo amore è stato l’SH-3D “Seaking”, il mio primo elicottero operativo che mi ha seguito in tutto il mondo in molti Teatri Operativi complessi e rischiosi.
Come Test Pilot, ho avuto l’opportunità di volare e testare l’NH-90, il primo elicottero fly-by-wire a diventare operativo. Tuttavia, il velivolo di Joby completamente elettrico è una meraviglia ingegneristica, estremamente sofisticato ma con un incredibile livello di automazione per fornire grande stabilità e controllo, rendendolo sicuro e molto facile da pilotare.
I nostri lettori non lo sanno, ma questa intervista è iniziata quando ci hai mostrato l’ultima volta che hai “volato” sulla pista del Mojave Air and Space Port e hai dispiegato il parafreno…ma non con un aereo supersonico.
Ecco cosa succede quando si mettono insieme due piloti sperimentatori e un ingegnere sperimentatore.


Ho sempre voluto guidare la mia Fiat 500 del 1970 su una pista d’atterraggio, ma per renderlo ancora più straordinario, ho deciso di installare un paracadute pilota sul retro dell’auto ed eseguire un test di “decelerazione” sulla pista del Mojave Air and Space Port.
Una combinazione di storia italiana e storia del Flight Test, in un aeroporto che è stato il primo a essere certificato come Spaceport dalla FAA.
Beh, ha funzionato e le foto che sono state scattate sono decisamente uniche!

Foto Andrea Pingitore e Joby (dove specificato)