Fly Party 2022, un weekend tra amici ed aerei storici

Giunto alla tredicesima edizione, è tornato anche quest’anno il Fly Party dell’Historical Aircraft Group Italy, il weekend tanto atteso dagli appassionati di aviazione storica!

Dopo l’edizione anomala dello scorso anno, con un evento ridotto e riservato ai soci tenutosi ad Aguscello (abbiamo pubblicato qualche foto qui), il 25 e 26 giugno il Fly Party è tornato nella splendida Aviosuperficie “Dominio di Bagnoli” a Bagnoli di Sopra (PD), sede dell’associazione.

Nonostante i 37° del weekend, molte persone appassionate o semplicemente curiose hanno raggiunto l’aviosuperficie, per ammirare a terra e in volo gioielli del passato. Da YAK-52 al Cessna L-19 Bird Dog, dai vari Piper J3/PA18/Comanche/PA28 al Fiat G46, dal WACO a ben 3 Pitts Special (2 S2B e 1 S1S), oltre a tre Falco F8L, un Piaggio P149D, due CAP10, e molto altro, arrivando alla Star di questa edizione, un Soko Galeb G2….avete capito bene, un Jet, atterrato sulla pista in erba di Bagnoli.

Continuate la lettura per i dettagli…

Fly Party dall’alto – Foto Juri Badalini

Fly Party 2022

Non ci sono dubbi, al Fly Party ci si diverte.  E’ uno di quegli eventi ben fissati da mesi nel calendario “aeronautico”, al quale non posso mancare.

Partiamo sabato mattina dallo storico aeroporto di Gorizia con un aereo della Flotta HAG, un bellissimo Turbo Arrow III dell’amico e socio HAG Fabio. Velivolo comodo, veloce e perfetto per caricare tenda, materassino, zaino con macchina fotografica e, soprattutto, casse di birra Refuel al ritorno.

Arrivati a Bagnoli il “parcheggio storici” è già ricco di velivoli affascinanti.

Giro di saluti, pranzo e durante il briefing per i voli del pomeriggio, ovvero le prove per i display del giorno dopo, provo ad organizzare un volo in formazione per qualche scatto Air2Air. L’obbiettivo? Fotografare in volo il bellissimo Fiat G46 I-AEKT dell’amico Mario Cotti, anche proprietario del T6 Texan di cui ho parlato in questo articolo.

Grazie a Umberto, conosciuto alle gare acro di Lugo a maggio 2021, ho la possibilità di volare su un aereo rivelatosi proprio perfetto per la fotografia aria-aria, il suo YAK-52.

Il tettuccio aperto (sotto ad una certa velocità e in assenza di manovre acrobatiche il tettuccio scorrevole può essere aperto) garantisce la possibilità di scattare senza impedimenti e senza perdite di nitidezza dovute al vetro.

La vista dal G46 – Foto Andrea Rossetto

E poi, lo ammetto, lo Yak-52 è un aereo che mi ha sempre affascinato e sul quale sognavo di volare.

Ecco qualche scatto al Fiat G-46 I-AEKT

Nel pomeriggio si alternano display in volo e momenti di relax, arrivando alla cena e alla serata con il Dj Set, pronti per la giornata seguente, quella principale e con il maggior afflusso di pubblico.

Alle 8.00 la giornata si prospetta già molto calda, ma questo per fortuna non ha fermato i tanti appassionati che, via terra o in volo, hanno raggiunto l’aviosuperficie.

Nel corso della mattinata (dopo l’alza bandiera con passaggio di L19 e Boredom) si susseguono i display, dagli acrobatici Pitts di Francesco Fullin e Maurizio Costa, che con le loro evoluzioni emozionano i presenti, al Corby di Giuliano Ignoto, al Fiat G46, che dimostra la sua manovrabilità durante passaggi e manovre acrobatiche.

Non manca l’esibizione di Andrea Rossetto, che con il suo L19 mette in atto una rievocazione di una missione ai tempi del Vietnam, con tanto di rievocatori storici con le divise dell’epoca. Ecco qualche scatto realizzato da Juri Badalini

In tarda mattinata è arrivato il momento che – non si può negarlo – tutti stavano aspettando.

Il sibilo della turbina Rolls Royce Viper 11 Mk 226 rompe il silenzio e il suono di Lycoming e Continental a cui ci si stava quasi abituando….è arrivato il momento di vedere in volo il Galeb!

Pochi minuti dalla messa in moto ed è pronto al decollo, sulla pista di 1200 metri di Bagnoli.

Ai comandi il proprietario Eduard, accompagnato da Antonino Vivona, dà spettacolo con Looping, tonneau, virate strette e passaggi dove il pubblico può ammirare la livrea e le caratteristiche di volo di questo addestratore della guerra fredda. Una macchina facile da pilotare, che tollerava gli errori degli allievi piloti e che vantava una elevata efficienza grazie alla facile manutenzione. Per la peculiarità del progetto veniva utilizzato sia nell’addestramento, sia nell’attacco al suolo, grazie alle armi di bordo ed a diversi carichi bellici facilmente agganciabili ai tre attacchi sotto ciascuna semiala, a cui si aggiungeva la capacità di operare da piste semi-praparate e superfici erbose, come abbiamo visto qui al Fly Party.


SOKO GALEB G2

Un insieme di esigenze portarono al progetto ed alla costruzione del Galeb: l’affrancamento dalle forniture militari dagli Stati Uniti divenuti “un problema” per la Jugoslavia divenuta leader dei Paesi non allineati, quindi l’esigenza di sostituire i numerosi Lockheed T-33A e TV-2 arrivati negli anni ’50 e con la produzione di un velivolo nazionale per far crescere le capacità e le potenzialità dell’industria aeronautica della Federazione. Il VTI, l’Istituto tecnico aeronautico di Žarkovo mise a punto il progetto per un monomotore a getto, destinato all’addestramento e all’attacco leggero, idoneo ad operare su piste erbose e campi di fortuna, di facile costruzione e di semplice manutenzione.

Fu la Soko di Mostar, con la collaborazione di alcune industrie aeronautiche inglesi, a realizzare nel 1959 il primo prototipo “001” (s/n 23001) denominato G-1 Galeb (Gabbiano) che effettuò il roll out nel mese di maggio 1961 ed il primo volo il 3 luglio. Dopo alcune leggere modifiche venne costruito il secondo prototipo, designato G-2, “002” (s/n 23002) che divenne la base per la successiva produzione di serie. Nel 1963 fu presentato alla ribalta internazionale, partecipando al salone aeronautico di Le Brouget, dove riscosse un ampio successo.

Il primo esemplare di serie (G-2A) entrò in linea nella JRV i PVO il 30 luglio 1965 e l’ultimo il 6 gennaio 1983, in totale furono 132 i Galeb jugoslavi, assegnati alla 251a LBAE, Lovačko Bombarderska Avijacijska Eskadrila (Gruppo aereo da caccia e bombardamento) che con alte due formava il 105° Stormo da addestramento alla caccia e al bombardamento assegnato alla VVA, Vazduhoplovna Vojna Akademija l’Accademia Aeronautica Militare di Zemunik (Zara) e alla 252a LBAE di base a Batajnica (Belgrado).

La linea produttiva del Galeb rimase aperta  fino alla metà del 1983, raggiungendo i 248 esemplari, compresa la variante da esportazione, la G-2A-E, con cabina pressurizzata ed altre migliorie ed ammodernamenti nella strumentazione,  venduta in circa 116 esemplari alla Libia, alcuni allo Zambia, mentre uno, con immatricolazione civile (VH-YUF), venne destinato all’Indonesia. Gli ultimi esemplari dell’Aviazione jugoslava vennero radiati verso la metà del 1999.

Solo un esemplare, il 23252, vola probabilmente ancora con il VOC, Vazduhoplovni Opitni Centar, il Centro di sperimentazione aerea dell’Aeronautica e viene presentato nelle esibizioni aeree come “old timer”.

I Galeb trovarono impiego anche in diversi conflitti, nei Balcani, nei cieli di Bosnia e Croazia, durante la prima guerra in Congo nel 1996-1997, in Libia nel 2011.

Tratto dall’interessante articolo dell’amico Federico su Extra Reports, che vi invito a visitare cliccando qui


Dopo un basso passaggio il Galeb si porta all’atterraggio, e il proprietario Edo, persona entusiasta e simpaticissima, racconta la sua storia e da dove deriva la sua passione per il volo.

Nel primo pomeriggio, mentre i display proseguiranno, giunge il momento per me di rientrare, sempre in volo con il Turbo Arrow, ma con una sorpresa…

Lungo costa, a 132 Kts, veniamo intercettati dal Galeb, decollato poco prima da Bagnoli.

Muso alto e aerofreno fuori, il Galeb ci raggiunge da dietro, mantenendosi poi a pochi metri dalla nostra ala destra. La sua destinazione è Gorizia, come la nostra, e ho l’opportunità di realizzare qualche foto in volo prima che con una leggera picchiata ritorni ad una velocità di volo per lui “normale”.

Immagino la reazione dei bagnanti, 2000 Ft sotto, nel vedere un aereo da turismo affiancato da un aereo mimetico, jet, con tanto di stella rossa.

Pochi minuti in formazione, ma pochi minuti indimenticabili, a conclusione di un weekend all’insegna dell’aviazione storica.

Conclusioni

Già prima di partire non avevo dubbi, ma posso confermare che anche quest’anno il Fly Party è stato un successo!

Un’occasione per salutare vecchi amici e per trovarne di nuovi. Un’occasione per vedere gioielli della tecnica aeronautica di un tempo. Un’occasione per condividere la passione per il volo con piloti con diversi background e con tante cose da raccontare. Il Fly Party è questo e molto altro.

Che dire Haggers, alla prossima edizione!! 

HAG Italy

L’Historical Aircraft Group è un’associazione senza fini di lucro che si prefigge lo scopo di ricercare, valorizzare e restaurare in condizioni di volo aeroplani di valore storico. Ufficialmente formatasi nel 2004 dalla passione di un piccolo gruppo di amici con differenti background, l’H.A.G. ha saputo, nel giro di breve tempo, ritagliarsi un ruolo chiave nel panorama dei velivoli storici italiani.

L’Historical Aircraft Group si rivolge alla folta schiera di appassionati, piloti, collezionisti e storici interessati alla conservazione, diffusione e all’approfondimento delle tematiche relative al patrimonio storico e tecnologico che gli aerei storici rappresentano.

Un aereo storico è il compendio di una vasta gamma di tematiche che spaziano dalle tecnologie costruttive, ai propulsori alle combinazioni di volo e non ultimo le storie degli uomini che, sia in pace che in guerra, hanno contribuito in meno di un secolo, allo sviluppo dell’aviazione.

Se vuoi entrare a far parte anche tu dei soci HAG, clicca qui

Ringrazio Juri Badalini per il contributo fotografico

Foto © Luca Ocretti e Juri Badalini

Author: Luca Ocretti

Fondatore e amministratore di AvioHub.it. Visita la sezione "Chi Siamo" per saperne di più