Energia, purezza, eleganza. Tre parole per riassumere l’essenza del volo: l’aliante. Nessun motore, nessuna elica, solo l’aria e le forze dell’aerodinamica.
In un contesto speciale, l’Aeroporto A. Ferrarin di Thiene, ho avuto l’opportunità di volare con il pluri-campione mondiale Luca Bertossio e il suo aliante MDM Fox, provando l’acrobazia ai massimi livelli.
Luca Bertossio: un nome, una garanzia
Quando si pensa all’acrobazia in aliante, alla sua storia negli ultimi ed ai grandi nomi che hanno segnato questa disciplina sportiva – in Italia e non solo – non si può non pensare a Luca Bertossio. Da oltre 11 anni Luca è protagonista di gare a livello internazionale, ottenendo negli anni una valanga di medaglie e riconoscimenti, partecipando ad esibizioni in quasi tutti i continenti.
Luca Bertossio, classe 1990 e originario di Tricesimo (Udine), ha iniziato a volare con aerei a motore, ma una volta provato l’aliante ha subito capito che era quello che faceva per lui.
La scalata al successo è stata rapida, rapidissima, a partire dai due ori ai campionati italiani del 2010 in categoria Sport e Promozione, quando aveva appena 20 anni.
Allenamento dopo allenamento, gara dopo gara, con impegno e passione Luca è diventato il primo italiano a conquistare 9 medaglie d’Oro, 8 d’Argento e 4 di Bronzo della FAI (federazione Aeronautica Internazionale) per la disciplina dell’acrobazia aerea, oltre a numerosi prestigiosi titoli e primati.
È il pilota con il miglior piazzamento di sempre nella storia dell’acrobazia italiana ed il più giovane vincitore assoluto dei World Air Games, risultato raggiunto con 2 medaglie FAI d’oro e 2 di bronzo nel dicembre 2015 a Dubai.
Conosciamo meglio Luca con alcune domande, frutto di pensieri che guardando la sua carriera, le sue medaglie o semplicemente la sua immensa passione per il volo, nascono spontanee.
Luca, oggi sei uno dei piloti acrobatici più famosi al mondo, ma come è nato tutto questo?
La mia passione possiamo dire che deriva da una necessità oltre che da un desiderio radicato. La necessità era quella di coronare il sogno di stare di più con mio padre, che vedevo arrivare in aeroporto dopo molti mesi di lavoro all’estero. L’aereo era il mezzo che me lo portava e quello che me lo portava via e quindi da bambino facendo 2+2 mi sono detto, se potessi essere io a pilotare quell’aereo riuscirei e stare un po’ più tempo con mio padre. Questa la vera necessità, il vero desiderio di arrivare fino lì.
Il fascino per il volo negli anni è sempre stato superiore a tutto nella mia vita e l’aviazione mi ha cresciuto, responsabilizzato, plasmato…insomma mi ha dato più di qualsiasi altra cosa.
Ho iniziato a 11 anni a stare sui primi ultraleggeri e a 16 anni ho ottenuto la licenza VDS, poi a 18 anni il PPL a Professione volare di Forlì, tuttora uno dei miei sponsor, che ringrazio per tutto quello che andrò tra poco dire.
Poi facendo da trainatore ho scoperto l’aliante e nel 2010 ho preso la licenza di pilota di aliante.
Da lì è iniziato quello che poi fino ad oggi è stato il mio lavoro, essere un pilota professionista da competizione e un display pilot e di fatto un imprenditore di me stesso, portandomi a volare in quasi tutti i continenti e coronando il sogno di volare per migliori sponsor al mondo, facendo ciò che amo per vivere, migliorandomi ogni giorno.
Nel 2018, ricollegandomi a quanto appena detto, sono riuscito a chiudere un accordo proprio con Professione Volare come sponsor student della scuola di volo più solida ed affermata in Italia, avendo dunque la possibilità di completare le licenze commerciali necessarie per diventare un pilota di linea. Ho da poco passato le selezioni per Ryanair e a breve inizierà questa nuova avventura, che mi richiederà di spostare un po’ di attenzioni dal volo acrobatico, ma non è assolutamente un addio, chiamiamola come una sorta di riorganizzazione d’impresa !
L’acrobazia in aliante è e resterà sempre la forma più pura, unica e pazzesca di volare, a patto che la si impari a dovere e con le persone giuste, agli aspiranti piloti acrobatici in aliante consiglio solo di informarsi molto bene e/o di chiedermi senza impegno un parere su dove sia meglio iniziare questo percorso, sarà mia cura indirizzarli per meglio tutelare i loro interessi e soprattutto la loro sicurezza.
C’è stato un momento in cui hai capito, o deciso, che l’acrobazia sarebbe stata la tua vita?
Non c’è stato un attimo preciso in cui ho capito che l’acrobazia sarebbe diventata tutta la mia vita, sapevo di avere un potenziale, sapevo di voler arrivare a fare quello che chiunque altro non aveva ancora fatto – il “come” non era molto chiaro – ma in fondo vedevo qualcosa e correvo dando spallate a tutto e a tutti, cercando sempre e comunque di coinvolgere più persone possibili, condividendo quello facevo e raccontando il mio punto di vista lungo la strada.
Diciamo che il primo momento in cui ho capito che avevo una chance di far diventare un lavoro tutto ciò è stato quando nel 2013 ho ricevuto la risposta di Citizen Watches, con la quale mi offrivano un contratto di un anno e mi davano l’immagine, mi davano un nome, mi vestivano e mi aprivano le porte a tante situazioni.
L’acrobazia in aliante è verità, purezza, libertà e controllo allo stesso tempo. L’acrobazia in aliante è inseguire i propri limiti e migliorarsi, sapersi gestire, saper prendere decisioni. L’acrobazia è dare libero sfogo a tutto il proprio potenziale di pilota e di uomo
Luca Bertossio
Insieme abbiamo volato il programma da Airshow…quale figura preferisci e perchè?
Insieme abbiamo volato il programma di Airshow nella versione “Fox”, che si differenzia leggermente da quella con lo Swift semplicemente in certe valutazioni energetiche.
La figura che più mi piace è forse la numero due del programma, un mezzo otto cubano composto da rotazioni sia in basso che lungo gli archi e con due frullini contro-rotanti in discesa. La figura è molto ricca di elementi complessi ed ha un sottile margine energetico per ogni elemento, davvero una delle più divertenti che volo durante il display, essendo una figura composta puramente da numeri di catalogo Aresti mi aiuta anche a mantenere un certo livello di precisione.
La figure The Helicopter è poi la firma. E’ molto divertente da volare e negli anni sono riuscito a crearne diverse versioni a livello di ingresso e di uscita, divertendomi (quasi) sempre a comprenderla meglio, a cercare appunto di rallentare il tempo… questa figura in particolare eseguita con il Fox è nella categoria “do not try this at home” perché le inerzie rilasciate su assi diversi sono davvero notevoli e spesso creano effetti indesiderati. Mai sotto ai 600m di quota con quell’aliante in single pilot, 700 in configurazione biposto.
Hai 31 anni, di cui 20 in volo e 15 ai comandi di un aereo. Voglio farti una domanda, come ti vedi tra 10 anni?
Si, nel 2021 ho fatto 20 anni di volo, 20 anni in mezzo agli aeroplani, sono passati veloci, troppo veloci! Evidentemente mi stavo divertendo!
Gli obbiettivi ci sono e ci saranno sempre come uomo e come pilota. In aviazione non si è mai realmente arrivati e chi pensa questo dovrebbe riflettere e secondo me fermarsi un attimo.
Ora mi affaccerò all’aviazione commerciale e non ho altri obiettivi se non quelli di arrivare al top di questa categoria…tra 10 anni (o spero meno) magari riuscirò a diventare line training capitan sul 737; nel frattempo, comunque, questo lavoro mi darà possibilità e libertà economiche che sino ad ora potevo solamente sognare, così da tornare all’acrobazia con vedute decisamente più ampie.
Sono certo che tutto quello imparato fino ad ora me lo porterò come bagaglio in questa nuova avventura.
Mi piacerebbe poi aprire una scuola di volo in aliante o comunque far parte di un progetto di crescita sia tecnica che culturale nell’ambito acrobazia in aliante…tutto il bagaglio che ho riempito di consigli, tecniche e know-how in questi anni vorrei fosse a disposizione di chi lo desidera, alla fine ho investito tutto me stesso per riempire quel bagaglio e condividerlo mi sembra la giusta scelta, specialmente perché l’acrobazia è un’arte che non si rinnova, a meno che qualcuno non la tramandi per dare competenza, mentalità e preparazione ai piloti, sia in termini di sicurezza che di competitività per coloro che lo desiderassero.
Suppongo che il fatto stesso che questo sport sia visto come un’attività individuale porti le persone a voler essere sulla “cima della Montagna” prima ancora di aver imparato a camminare e sulla cima, credetemi, tira molto, molto vento! L’acrobazia è uno sport di squadra che ti prepara ad essere solo.
Ora però devo stare concentrato sul presente e sul futuro, testa bassa e lavorare sodo, non c’è altro modo di arrivare da qualche parte in Aviazione.
Il tuo prossimo obbiettivo sportivo?
A livello di competizioni l’obbiettivo è vincere, tutto e sempre! Dunque tornare a vincere altrettanti mondiali e continuare a volare gli airshow più importanti. E’ importantissimo far conoscere questo mondo attraverso le emozioni che solo la costruzione nei minimi dettagli di uno spettacolo aereo può donare.
Come ho sempre detto vincere non serve veramente a nulla, ma è l’unica cosa che conta.
L’obiettivo è dunque quello di vincere cercando di essere migliore, continuare a esserlo fino all’infinito…è un obiettivo senza termini.
Sorrido spesso quando riguardo i vecchi video di allenamenti passati: sul momento mi sembravo fortissimo e diciamo che in relazione agli altri me la giocavo tutto sommato bene, ma rivedendomi oggi, mi accorgo di cose e percepisco dettagli che non esistevano allora…leggo in un’altra lingua ciò che pensavo già di sapere. Servono tanti errori per vedere ciò che a volte è invisibile agli occhi ed al cuore!
Non immagino cosa potrò vedere tra altri 10 anni sul mio modo di volare di oggi, non esiste perfezione ma solo capacità di migliorare.
Leggendo la tua storia o semplicemente parlando con te, sono certo di poter dire che tanti dei sogni che avevi li hai realizzati. In questo momento hai un sogno nel cassetto?
Si, ho realizzato veramente molti sogni e desideri, grazie soprattutto al sostegno di poche, veramente poche ma determinanti persone, che hanno visto quello che vedevo e hanno creduto in quello in cui credevo e credo.
Senza di loro non ce l’avrei mai fatta da solo.
Oltre agli obiettivi professionali come pilota di Linea desidero condividere questo mio pensiero:
Attualmente, mi sono dovuto separare dal velivolo biposto MDM FOX dopo essermene preso cura dal 2013, aliante che ha impresso emozioni e potenzialità ineguagliabili ed indelebili in migliaia di persone durante questi anni e con il quale abbiamo appunto volato insieme caro Ocretti!
Per proseguire la mia carriera commerciale ho dovuto dunque effettuare una scelta molto seria e sofferta, lasciarlo andare… per fortuna almeno, l’aliante è rimasto in Italia!
Non nascondo a chi lo ha acquistato e che legge che poter contribuire professionalmente al progetto sarebbe una scelta intelligente e vantaggiosa per entrambe le parti. Sarebbe bello tornare nel luogo e con le persone che per 18 anni ho chiamato Casa e che dovetti lasciare per ottenere le licenze commerciali e dare futuro proprio all’aliante di cui stiamo parlando.
Confido nell’intelligenza e maturità di alcune persone per far si che ciò si avveri.
Hai qualche consiglio da dare a chi si sta avvicinando alla disciplina del volo in aliante?
Quello che consiglio a chi si sta avvicinando a questo mondo, è di dedicare tutto l’amore che ha a questa attività e di lasciarsi completamente conquistare da esso, almeno all’inizio!
Posso consigliare di lasciarsi sorprendere, di impegnarsi giorno dopo giorno per raggiungere i propri obiettivi e di non affidarsi a millantatori o incantatori di serpenti nell’ambito della formazione ma a scuole serie con istruttori esperti e competenti. Quale scegliere? Scrivetemi pure per ulteriori consigli.
In volo con Luca Bertossio
Raggiungo l’aeroporto di Thiene di prima mattina e, dopo qualche momento di preoccupazione dovuto alla nebbia, che ha segnato il mio viaggio fino a Vicenza, noto con piacere che il cielo sopra l’aeroporto è sgombro e azzurro.
A due settimane dell’Airshow per il centenario del Raid Roma-Tokyo, dove Luca Bertossio e il suo Swift S1 sono stati protagonisti in un bellissimo display, questo weekend Luca è tornato a Thiene per effettuare voli acrobatici con passeggeri, facendo provare emozioni indimenticabili a chi – con più o meno esperienza a bordo di un aliante – vuole provare il volo acrobatico ai massimi livelli.
Il mondo visto da una prospettiva diversa, sentendo forze e sensazioni mai provate prima, è una cosa da provare almeno una volta nella vita. Se ai comandi c’è poi LB, cosa volere di più?
Trovo Luca vicino al “Fox”, intento a prepararlo per il primo volo della giornata, che scopro poco dopo essere quello con me. L’aereo viene pulito e preparato con una cura maniacale ai dettagli, la mano di luca sfiora le superfici , pulite e sottili, di uno tra i migliori alianti acrobatici al mondo.
MDM Fox
L’aliante utilizzato da Luca per regalare emozioni ai suoi passeggeri è un MDM Fox, aliante acrobatico biposto realizzato in materiali compositi dall’azienda polacca Margański & Mysłowski Zakłady Lotnicze a partire dalla metà degli anni 90.
Lunghezza | 7,3m |
Apertura alare | 14 m |
Velocità massima | 282 Km/h |
Rateo di rollio | 100 °/sec |
Fattore di carico massimo (MTOW) | +7/-5 |
E’ arrivato il momento, siamo allineati alla pista.
“Cavo teso, pronti !”
L’aliante inizia a muoversi, trainato dal Robin DR400 OE-DFS.
Saliamo lentamente e il panorama attorno a noi è incredibile, siamo sopra ad un sottile strato di foschia e circondati da spesse nuvole nelle zone circostanti. Davanti a noi le montagne, che spiccano verso il cielo. Si vede il monte Grappa, oltre a tutte le cime nei dintorni.
Raggiunti i 1300 metri sganciamo il cavo che ci collega al velivolo trainatore…Siamo pronti!
Devo ammetterlo, ero un pò teso.
Avevo già volato in aliante e fatto acrobazia, ma mai con un campione a questi livelli e mai su un aliante così prestante…
Non c’è un programma acrobatico attaccato al cockpit, come potrebbe essere durante le gare. Seguirò infatti Luca nel suo programma da Airshow, visto poche settimane prima da terra.
Figure precise si, ma con l’obbiettivo primario di regalare emozioni ai tanti appassionati che ammirano l’eleganza e le manovre del programma, tutti con il naso all’insù e con gli occhi sgranati davanti a quello che un velivolo senza motore può fare.
Il programma di volo durante gli Airshow inizia con un cuore orizzontale prospettico, disegnato in cielo con precisione e tracciato dai fumogeni montati sulle tip alari dell’aliante.
Oggi i fumi non ci sono, ma Luca mi mostra come prendere i riferimenti simulando le virate e i precisi tratti rettilinei che, all’unione dei fumi, porteranno il pubblico a vedere un cuore definito.
Pochi secondi dall’ultimo tratto rettilineo che segna la fine del cuore e dopo aver puntato il centro della figura l’aliante entra in quelli che saranno 3 giri e 3/4 di vite positiva accelerata.
Muso su, velocità indicata in rapida diminuzione, comandi incrociati e in un battito di ciglia entriamo in vite. L’uscita è tremendamente precisa e secca, con il muso che punta deciso in verticale per uscire pochi attimi dopo con 220km/h, 6G e torniamo in volo orizzontale.
Mezzo tonneau a destra e un tonneau e mezzo a sinistra, facendo incrociare i fumi. Questa piccola accortezza rende la manovra – vista da terra e con i due fumogeni colorati sulle tip – tanto semplice quanto affascinante e come direbbero gli inglesi “eye catching”.
Prendiamo velocità ed è subito tempo di un mezzo otto cubano, con un rapido frullino e 1/4 dal primo coltello in discesa sulla 45°.
Luca, che dal suo stato d’animo in volo traspare quanto ami quello che fa, continua a raccontarmi le sue azioni, descrivendomi le manovre e dicendomi dove guardare.
Io ero leggermente occupato a capire cosa stava succedendo per rispondergli e fargli capire quanto fosse figo, ma immagino che sia abituato a lasciare senza parole i passeggeri, con i tanti appassionati che si sono seduti su quell’aliante, scoprendo cose che magari neanche immaginavano fossero possibili e che, ve lo assicuro, se prima di partire avevano un minimo briciolo di timore, dopo il volo non vedevano l’ora di tornare a testa in giù.
Il programma continua con l’avalanche in variante piatta e la Lomcovák negativa di riposizionamento trasversale …impressionante!
Ancora 45° in discesa per il frullino completo a sinistra, 245km/h di velocità ed è arrivato il momento dell’elicottero, una delle manovre che – come ci ha raccontato Luca – hanno contribuito a renderlo famoso nel Mondo per essere l’unico ad eseguirla.
Questa manovra è composta da 2 rotazioni e 3/4 attorno all’asse verticale dell’aliante indotte da un frullino positivo accelerato con transizione ad angolo d’attacco negativo per la vite piatta rovescia, tirato a 85° in salita a seguito di 1/4 di tonneau in piedi (per dare inerzia di rotazione alle mass), in uscita ancora una transizione da vite rovescia a vite positiva con però in questo caso ugual direzione di rotazione (variante dal 2019).
Lo so, avete appena riletto e forse non ci avete capito niente… LB è disposto ad insegnarvela…ma prima c’è molto altro da imparare!
Se ve lo state chiedendo non ci ho capito niente neanche io, e sto ancora cercando di capire come ha fatto Luca a farlo. Posso dirlo, è una delle manovre che preferisco vedere da terra e anche forse la più impressionante che mi ha mostrato in volo…provare per credere!
Finite le rotazioni prendiamo velocità e torniamo poi a puntare il cielo per la scampanata.
La velocità si avvicina allo zero e il sibilo che ha caratterizzato il volo inizia ad affievolirsi, fino a diventare Silenzio completo, unico, indescrivibile, assoluto! Iniziamo ad volare all’indietro, il muso si ribalta verso la cappottina e va riprendersi la velocità di cui ha bisogno…tutto sembra riprendersi, come dopo aver cliccato “play” dopo una breve pausa.
Entra nel vivo la fase finale del programma acrobatico, quella più vicino al suolo e dove le figure devono adattarsi, per restare in completa sicurezza e con tutti i margini imposti da Luca.
Looping, tonneau a quattro tempi e tonneau a botte avvicinandosi al sottovento. Manovre alla base delle figure acrobatiche ma che, svolte a questa quota in particolare modo con questo aliante dove i margini di errori sono minimi con la costante attenzione a posizione e quota, le rendono ancora più impressionanti.
Luca si sente di fare un piccolo inciso
Il Fox è una macchina tanto meravigliosa quanto letale, se non la si conosce a dovere attraverso un percorso specifico fatto si di tentativi ed errori, ma anche di nozioni, analisi, libertà e regole che rendono spesso arduo raggiungere certi obiettivi; Il Fox è amaramente famigerato per aver fatto “scherzi” senza ritorno…il principale problema di quella macchina è il pilota che la vola!
Le escursioni dei comandi e del suo stesso baricentro la rendono estremamente imprevedibile in certi ambiti. Il segreto degli alianti sta nell’anticipare quello che stanno per fare ed ancor prima nel saper riconoscere questi comportamenti per evitarli o in estrema soluzione, correggerli…per fare ciò servono davvero molte missioni in condizioni diverse e obiettivi progressivi in crescendo di difficoltà, per creare la giusta mentalità ed approccio a questo aliante così unico.
Il problema sta nel fatto che come tutte le macchine da “corsa” ti regala una falsa fiducia nelle tue e sue capacità e ciò accade specialmente dopo una cinquantina di ore di addestramento che ti porta al pensiero di conoscerlo e di potergli chiedere qualcosa di più, ti porta a scegliere di fare piuttosto che di non fare e viceversa ed è proprio li che lui ti condanna senza appello.
Conosco e so volare il Fox oggi? La mia risposta dopo averci volato molto in single pilot, ma ancor più aver insegnato seduto dietro e dopo aver allenato la Nazionale Rumena per due anni, il Team Americano per 3 quando stavo in California, dopo averci volato per 9 anni in ogni contesto, configurazione e/o missione per migliaia di voli, è che so abbastanza per dire di non sapere!
State lontani per la vostra salute da chiunque dica qualcosa di diverso da questo, senza saperlo o poterlo giustificare cari lettori.
Finito il Tonneau a botte siamo in sottovento.
In finale, 150 metri e 150 Km/h, diruttori fuori.
Le ruote toccano a poco più di 115km/h con leggerezza la pista dell’aeroporto A. Ferrarin e l’aliante fila leggero sull’erba.
I 1300 metri di quota sono letteralmente volati, in meno di 5 minuti dallo sgancio eravamo a terra.
1300 metri di emozioni incredibili.
Per concludere non posso che ringraziare Luca per la disponibilità nella realizzazione di questo articolo e per il continuo supporto che ha dato ad AvioHub, fin dai tempi della pubblicazione del sito.
Invito tutti voi a seguirlo sui social ( Instagram – Facebook – Youtube) e a dare un’occhiata al suo sito www.bertossio.it, potete vedere oltre alla sua storia e i suoi riconoscimenti, tutte le future date di airshow.
Lo so…sei arrivato fino a qui e ti stai chiedendo se volare con Luca Bertossio è possibile.
La risposta di Luca è : Per ora, visto e considerato quanto sopra, bisogna aspettare che mi sistemi con il lavoro in Ryanair e che possa trovare radici dove mi vorranno per poter condividere tutto ciò con le persone che lo vorranno, sorridendo vi cito una famosa frase che avrete di sicuro già sentito di Gotthold Ephraim Lessing: “Non è forse L’attesa del piacere essa stessa il piacere?”
Spero di poter tornare presto a poter condividere tutto ciò che mi rende felice con tutti coloro che lo desiderano!