Passare dalla teoria alla pratica non è stato solo un modo di dire, ma realtà, almeno per gli studenti dell’Istituto Tecnico “Martino Martini” di Mezzolombardo (Trento), che dopo anni di lavoro hanno visto il loro progetto prendere vita e spiccare letteralmente il volo.
Qual è stato il progetto? Semplice, costruire un aereo!
Un Savannah S, ultraleggero ad ala alta con carrello triciclo e struttura in alluminio, ben conosciuto dagli appassionati del settore, è stato il protagonista di anni di lavoro nell’ora di costruzioni aeronautiche.
Prima a scuola e poi in un Hangar dell’aeroporto di Trento, i ragazzi del terzo, quarto e quinto anno sono riusciti, con impegno e passione, ad assemblare tutti i componenti e gli impianti.
Da appassionato ed ex studente di costruzioni aeronautiche, incuriosito da questo progetto sicuramente non comune, ho intervistato uno dei ragazzi coinvolti, Thomas. Più che intervista la nostra è stata una chiacchierata…tra appassionati ci si intende facilmente.
Come sono stati gestiti i lavori da voi studenti?
In seguito all’acquisto del velivolo in kit da parte dell’Istituto, grazie anche al contributo della Provincia autonoma di Trento e della Cassa rurale Rotaliana Giovo, avvenuto nel 2017, il primo compito è stato quello di creare un database con i componenti, collegandolo quindi al manuale di costruzione.
Questo collegamento permetteva, per ogni singolo componente, di trovarne la collocazione precisa e con le relative indicazioni. Un lavoro lungo e noioso, va detto, tornato però molto utile, soprattutto nelle prime fasi dove non si sapeva bene dove mettere le mani.
Io ho preso in mano il lavoro quando la classe quinta, impegnata negli esami e nello studio, aveva meno tempo a disposizione. Inizialmente con il mio gruppo ci siamo occupati della sbavatura dei componenti in alluminio, passando poi all’assemblaggio vero e proprio, fase in cui siamo stati i primi ad addentrarci. Successivamente si è unita la classe dei “2002”, procedendo con una costruzione dove tutti insieme collaboravamo.
Per quanto riguarda la divisione dei lavori tra i gruppi non c’erano vere e proprie distinzioni, le classi si susseguivano procedendo con i compiti non terminati.
Finita la parte di assemblaggio abbiamo proseguito con gli impianti di bordo, durante il periodo di alternanza scuola lavoro svolto all’aeroporto Caproni di Trento.
Ci hai parlato delle varie fasi della costruzione, qual è stata la più complessa a tuo parere?
Senza dubbi posso affermare che la parte tecnicamente più complessa è stata quella relativa agli impianti, con molti collegamenti precisi da realizzare. La parte più semplice è stata invece quella di contorno al montaggio, con la preparazione e la catalogazione dei pezzi.
Finita questa fase ci siamo trovati un po’ spaesati e senza una chiara idea di come procedere e dove mettere le mani. Problema superato con calma, facendo esperienza e capendo meglio i meccanismi che stanno dietro la nascita di un velivolo.
Quanti anni ci sono voluti per passare dall’idea al primo volo?
Dal database dei ragazzi del ‘99, i primi coinvolti nel progetto, sono passati in totale 3 anni scolastici all’interno dell’istituto. Dopo la presentazione all’Aeroporto di Trento è passato un ulteriore anno, dove i lavori hanno coinvolto l’impiantistica, per arrivare al primo volo il 26/09/2020, dopo 4 anni di lavoro e impegno
Com’è stato lavorare in gruppi?
Lavorare in gruppi è stato stimolante ed educativo. Le competenze erano diverse tra noi ragazzi, se io non sapevo qualcosa la chiedevo a qualcun altro, creando una collaborazione totale con alunni e professori delle altre classi e gruppi.
I coordinatori del progetto sono stati i professori, ma nei ragazzi c’era spesso un leader quando qualcuno ne sapeva qualcosa in più su una materia specifica.
Oltre a quello dei tecnici del CAP, sodalizio italiano che riunisce i costruttori di velivoli amatoriali, il supporto che hanno ricevuto tutti e che è stato fondamentale per la buona riuscita di questo progetto, è stato quello di Luca (n.d.r. Luca Perazzolli – esperto pilota, costruttore CAP e proprietario di un Vans RV8).
Un grande professore che con le sue competenze ci ha sempre supportato, spiegandoci inoltre i dettagli di ogni operazione. Non ci spiegava banalmente come fare una cosa, ma perché farla in quel modo. Abbiamo quindi capito tutti i retroscena di ogni lavorazione.
Cosa ne pensi del risultato ottenuto?
Il risultato, frutto di un percorso ricco di alti e bassi – tra mancanze momentanee di attrezzatura, momenti di sconforto quando qualcosa non andava come previsto, ma anche grandi soddisfazioni – è stato fenomenale. Non siamo certo dei super eroi perché abbiamo costruito un velivolo, ma siamo felici di ciò che ci è stato concesso e della soddisfazione finale nel vedere il nostro sogno decollare.
Volarci, perchè per questo sarà utilizzato, a disposizione degli studenti e della scuola di volo di Trento, sarà il coronamento del progetto.
Si ringraziano gli studenti Thomas Bonomi, Francesco Saltarel, Yassine Idbouhe e il professor Luca Perazzolli per la cortesia e il tempo dedicato.
Photo Credits: Luca Mazzi (air2air) e Francesco Saltarel
Video Credits: Yassine Idbouhe
Iniziativa fantastica che potrebbe essere adottata da molte scuole di costruzioni aeronautiche. Gran bel articolo. Bravo Luca